di Rosario Palazzolo
Volete correre forte e allo stesso tempo divertirvi? Forse la risposta a questi vostri desideri si chiama Cielo X1.
Da circa un mese abbiamo messo ai piedi una nuova scarpa che Hoka ci ha inviato in modo del tutto anonimo dicendo, provatela e poi vi sveleremo ogni cosa (il video è stato realizzato con la versione prototipo che è in un colore “prototipo” non in vendita). Visto il design, era subito chiaro che si trattava di una scarpa progettata per competere ai massimi livelli con le “super scarpe” di Nike, Adidas e con tutti quei modelli che puntano a spingere i maratoneti oltre ogni limite.
Ma per Hoka, che pure negli ultimi due anni aveva spinto sull’innovazione con modelli di pregio quali Mach X e Rocket X2, oltre che Tecton X2 nel trail, sapevamo che si trattava di un inedito. Di una prima volta in un segmento così competitivo ed esclusivo, quello delle scarpe da gara super performanti. Una sfida vera, perché se è vero che Hoka negli ultimi anni si è imposta senza difficoltà ai vertici del mercato delle calzature da allenamento più tradizionali, mettendo in difficoltà anche i brand più blasonati e conosciuti, è un dato di fatto che sino ad ora il marchio californiano abbia faticato più di altri a produrre tecnologie innovative. E prodotti super performanti per la corsa su strada.
Ed eccola qua: si chiama Hoka Cielo X1, ed è la prima super scarpa di Hoka che si candida a competere con le leader del mercato. Lo fa con una personalità propria che, al di là delle apparenze ha fatto scoprire una scarpa capace di mettere insieme performance e divertimento.
Hoka Cielo X1, cosa c’è di nuovo
Dicevamo “al di là delle apparenze”, già per ché a un primo sguardo questa scarpa potrebbe essere paragonabile ad alcuni dei modelli già sul mercato. Guardandola lateralmente c’è qualcosa nella forma della suola disaccopiata che ci rimanda alla Alphafly 2, mentre uno sguardo alla suola ci rimanda vagamente alle scelte tecnologie della adidas Adios Pro 3. Somiglianze, ma nulla di più. Perché quando la si mette ai piedi, la sensazione è completamente diversa… e per molti versi sorprendente.
A cominciare dalla tomaia, una sorta di velluto che su una scarpa di questo livello, oggettivamente, “fa strano”. Non sorprendetevi, però, che perché quando correrete con la Cielo X1 e comincerete a spingere un po’, ne capirete il senso.
Già che ne stiamo parlando, completiamo l’analisi della tomaia: è realizzata in un tessuto ingegnerizzato monopezzo. Non una cucitura, non un taglio o un rinforzo sovrapposto. Praticamente un calzino. Sebbene il tessuto sia piuttosto rigido, l’area anteriore è sufficientemente accogliente e lascia libertà di movimento ai piedi (ho scelto una scarpa con una mezza taglia in più per non rischiare di avere una scarpa tropo corta). Devo comunque dire che la taglia della Cielo X1 è piuttosto fedele. La scarpa si indossa come un calzino e la linguetta a soffietto (molto elastica) avvolge bene il piede. Il collare è ricoperto internamente da un tessuto che ha la funzione di bloccare bene il piede, ed è caratterizzato da due lievi imbottiture che bloccano il piede intorno all’inserzione del tendine d’achille. Una volta indossata, il piede è praticamente bloccato nella scarpa. Una sensazione che è ancora più evidente quando la sfiliamo. Praticamente, l’area posteriore avvolge così bene il piede che toglierla è quasi come stappare una bottiglia di spumante.
L’intersuola della nuova Hoka Cielo X1
Il cuore di questa Cielo X1 è indubbiamente l’intersuola. Già da un paio d’anni per le sue scarpe più performanti anche Hoka ha deciso di abbandonare le tradizionali schiume in EVA (è ancora presente nella Mach X), optando per mescole più performanti. Il Peba (o Pebax a seconda di chi lo produce) è uno dei materiali più leggeri e reattivi del momento. Non a caso lo troviamo anche sui modelli delle super scarpe di Nike (per citarne una). Hoka ha scelto di creare una intersuola sandwich con due strati, più morbido lo strato della parte superiore, più solido nella parte inferiore. In questo modo il runner ha una maggiore sensazione di comfort in corsa, ma la scarpa appare anche più stabile perché la schiuma a contatto con il terreno è più solida. All’interno è stata inserita una piastra in fibra di carbonio a tutta lunghezza, dalla forma inedita. Hoka l’ha definita “piastra con le ali”, infatti il suo taglio è asimmetrico e copre tutta la larghezza della scarpa nella parte anteriore, garantendo rigidità e stabilità nella fase di spinta. Sia sull’avampiede che sul mesopiede la piastra è arrotondata sui lati con un disegno ad ala che si solleva per tre o quattro millimetri di fatto avvolgendo leggermente l’intersuola. Un sistema che secondo i tecnici di Hoka dovrebbe servire a fornire maggiore stabilità. L’intersuola ha uno spessore di 39 mm nel posteriore e di 32 mm nell’anteriore per un drop di 7 mm.
L’intersuola è stata disegna con 3 profondi intagli dinamici che mettono in mostra la piastra in fibra. Difficile dire che questi intagli hanno uno scopo di migliorare la flessibilità, in quanto la piastra rende la scarpa molto rigida, sicuramente hanno una funzione di migliorare la compressione della schiuma sfruttando gli spazi lasciati dai “vuoti”. Inoltre hanno una funzione di alleggerimento, anche perché se un difetto dobbiamo trovare per questa scarpa è sicuramente nel peso: parliamo di 264 grammi per la versione 9Us. Parliamo di una cinquantina di grammi in più rispetto a molte concorrenti.
L’importanza del rocker nella Cielo X1
Un capitolo a parte merita il rocker. Hoka è stata praticamente l’inventrice dei moderni rocker, ossia della forma arrotondata dell’intersuola che permette alle scarpe di dondolare in avanti. La funzione è duplice: favorire la rullata verso la fase di spinta, ma anche ridurre l’effetto piatto che avrebbe una scarpa troppo rigida e spessa. Di fatto, ad ogni appoggio, la scarpa conduce il piede verso la fase di spinta riducendo i tempi di appoggio e rendendo la corsa più fluida. Il rocker della Cielo X1 parte poco dopo il mesopiede e si arrotonda in modo molto evidente con un differenziale di quasi 5 cm in punta.
La suola di Hoka Cielo X1
Della suola c’è poco da dire, si tratta di uno strato di gomma spesso circa 2 mm che copre praticamente tutta la superficie della scarpa. Ciò significa che i designer hanno puntato su una buona trazione e soprattutto su una buona durata, a dispetto del risparmio di peso.
Il confronto tra Hoka Cielo X1 e Hoka Rocheket X2
Indossando questa scarpa, la prima cosa che ci viene in mente è fare un confronto con la sorella gemella, ossia la Rocket X2, che è la scarpa con piastra di Hoka più vicina. Hanno entrambe la piastra in fibra di carbonio, hanno entrambe una suola in Pebax a doppia densità. Allora perché fare due modelli così simili? Perché in realtà si tratta di scarpe molto diverse nei dettagli… e la differenza si sente quando si corre. In tanto perché la Rocket X2 ha una intersuola con due strati di Pebax più morbidi e questo si sente quando si spinge per correre più veloce; poi perché la piastra della Rocket è meno elaborata e più basica. Uno strato di carbonio modellato, ma meno articolato e soprattutto privo delle alette stabilizzanti presenti nella Cielo X1. Infine, sebbene le due scarpe abbiano uno spessore dell’intersuola simile, vicino ai 40 mm, il loro drop è diverso. La Rocket ha un drop dichiarato di 5 mm che in teoria dovrebbe spingere un appoggio più orientato verso l’avampiede. La Cielo X1 ha un drop di 7mm che invita ad atterrare più verso il mesopiede. Cose per supertecnici… tuttavia la differenza si sente sulle lunghe distanze, dove la Cielo X1 appare decisamente più stabile e più accomodante.
Hoka Cielo X1, impressioni di calzata e corsa
Calzare le nuove Hoka Cielo X1 non è sempre facile. La linguetta a soffietto che avvolge il piede rende l’operazione un po’ più lunga. Ma una volta indossate ci si rende subito conto di quanto queste scarpe siano comode e avvolgenti. La tomaia può non piacere, ma fornisce una presa solida al piede che diventa molto utile quando si corre per molti chilometri. La forma dell’intersuola fa pensare ad un drop più basso di quello dichiarato, ma è una sensazione che svanisce quando si comincia a correre. La scarpa è un invito a correre veloce ma, al contrario di altri modelli concorrenti, anche la corsa a ritmi più bassi non appare così goffa. Passare da un rimo lento ad uno medio alto è come inserire il turbo in una macchina da corsa. Ci si impiega un attimo e la scarpa segue la falcata regalando una corsa divertente e una grande sensazione di spinta in avanti. Certo, il peso può diventare un limite per gli atleti più performanti. Se ne apprezza il comfort e la stabilità. Adatta a correre a ritmi elevati per distanze fino alla maratona. Ciò non toglie che sia una delle scarpe con piastra più divertenti sul mercato. PS. La soletta interna è in Pebax, dunque molto reattiva ed è spessa 4 mm. La cosa importante è che può essere tolta e sostituita con un plantare personalizzato, cosa non facile in altre super scarpe.
Hoka Cielo X1 cosa non ci è piaciuto
Ci sono almeno tre elementi di perplessità in questa carpa. Il primo è il peso, che per un modello così performante è un po’ elevato, ma poco diverso dalla Nike Aphalfy 2 che pesava 255 grammi. La seconda riguarda la tomaia, che è in un tessuto oggettivamente più rigido rispetto alle concorrenti. La cosa che lascia più perplessi è il materiale delle stringhe, liscio e rigido tanto da rendere problematica la tenuta dell’allacciatura.